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L’attività fisica gioca un ruolo chiave nella vita moderna, in quanto l’uomo ormai è sempre più vittima della sedentarietà, 8 ore in ufficio, gli spostamenti prevalentemente in macchina o scooter, un bel divano comodo a casa e infine un “meritato” riposo notturno. Pensateci bene, quanti di voi si vedono in questa situazione?

Essere persone “attive” vuol dire, secondo le linee guida internazionali della OMS, dedicare almeno 150 minuti di esercizio fisico a settimana.

Il ruolo delle palestre è fondamentale per permettere, con un costo variabile dai 200 (“low cost” o come le chiamo io affitto di attrezzi) fino anche a 1000 euro annui  (per i club più esclusivi), di mantenersi in forma. Insomma un abbonamento per ogni tasca. La notizia shock però è il tasso di abbandono delle palestre che è pari al 50% nell’arco di 3 mesi, e la cosa ancora più sconcertante è che a mollare sono anche persone che hanno sottoscritto un abbonamento annuale, quindi un investimento serio, mediamente.

La domanda che è stata rivolta a queste persone è la seguente, perché?

La maggior parte delle risposte è stata “nessuno mi seguiva”, “mi sono sentito/a abbandonata”. Prendendo queste dichiarazioni con le dovute sfumature e considerando queste persone senza una volontà di acciaio, costoro hanno comunque dimostrato una situazione di disagio.

E’ inevitabile, a mio modestissimo parere, che un soggetto venga lasciato un pochino a se stesso in un club, un istruttore di sala ha il dovere di controllare che le persone non si facciano del male in primo luogo, in seconda battuta, se rimane tempo, può dedicarsi a seguire 20/30 persone che si trovano in quel momento nello stesso ambiente. Ora capite bene che queste persone hanno solo due occhi e due braccia, e nessun potere di autoreplicazione, quindi, una volta spiegata la tabella iniziale, l’istruttore deve dedicarsi a tutti i soci della palestra e inevitabilmente dedicherà sempre meno tempo al novizio, che probabilmente vedrà questo comportamento come un gesto di “abbandono” nei suoi confronti e per questo, non sentendosi seguito, lascerà perdere gli allenamenti, con buona pace del suo abbonamento annuale.

Il personal trainer arriva dove la palestra, per tante ragioni, si ferma.

  • Il personal trainer analizza il soggetto da allenare: quanti di voi hanno ricevuto anche solo un questionario di anamnesi al momento della sottoscrizione dell’abbonamento?
  • Il PT esegue dei test funzionali e di movimento e sulla base delle sensazioni avute dal cliente fa fare gli esercizi migliori, adatti a LUI, e non da tabella standard “novizio”, “novizia”;
  • Il PT è sempre a fianco del suo cliente, e per quell’ora esiste solo lui, nessuna distrazione;
  • Il PT incoraggia e sprona il suo cliente a dare il massimo anche quando ci sono giornate particolarmente storte;
  • Il PT misura e testa il suo cliente ogni ciclo di allenamento (4/6/8 settimane a seconda dei soggetti e del tipo di allenamento);
  • Il PT è un professionista del settore che mette le sue competenze a disposizione di chiunque abbia voglia di raggiungere il proprio obiettivo.
  • Il personal trainer può seguire il cliente anche a domicilio.

Un servizio di qualità ha un costo giustamente rapportato.

Facendo un rapido conto, un personal trainer potrebbe costarti anche meno di un pacchetto di sigarette al giorno, meno di un drink al giorno, meno di qualche caffè.

Sei proprio sicuro che la tua salute e benessere valgano meno di questi vizi?

Pensaci e contattami per ricevere maggiori informazioni, come personal trainer infatti, mi assicurerò di proporti allenamenti personalizzati che ti permettano di raggiungere gli obiettivi.

Personal Trainer a Genova. Riceve su appuntamento presso lo Studio MR a Genova Sestri Ponente

© 2017 Marco Romairone | Studio MR.

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